Prove INVALSI
Le tappe istituzionali e politiche
L'INValSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell'Istruzione) è nato dalla trasformazione del CEDE avvenuta attraverso il DL n. 258 del 20 luglio 1999.
Precedentemente esisteva il CEDE (Centro Europeo dell’Educazione), istituito con DPR n. 419 del 31 maggio 1974 ed effettivamente operante con personale comandato dal 1982; all’interno del CEDE era operante il SNQI (Servizio Nazionale per la Qualità dell'Istruzione), istituito con Direttiva 307 del 21 maggio 1997.
La configurazione e la denominazione attuali (INVALSI Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) derivano dal riordino del precedente istituto del 1999 a seguito dell’approvazione del decreto legislativo n. 286 del 19 novembre 2004.
L'attuale configurazione dell'INVALSI deriva da esigenze del dibattito politico culturale italiano e da esigenze europee e della nuova concezione della pubblica amministrazione dopo il dlgs 29/93.
Le principali tappe del dibattito politico-culturale
- nel 1990 nella Conferenza Nazionale sulla Scuola vengono lanciati due obiettivi innovativi per il sistema scolastico: l’autonomia e un sistema di valutazione;
- nel 1990 il Ministero della Pubblica Istruzione (oggi MIUR) affida al Censis l’incarico di effettuare uno studio di fattibilità di un Sistema Nazionale di Valutazione anche in riferimento alle soluzioni adottate all’estero;
- nel 1993 il DL 35 art.8 afferma l’esigenza di verificare gli effetti dei miglioramenti introdotti dal contratto collettivo di lavoro dei docenti affidandone il compito al sistema CEDE, BDP, IRRSAE;
- nel 1999 le nuove funzioni dell’Invalsi sono, tra le altre, quelle di: valutare l’efficienza e l’efficacia del sistema di istruzione; valutare la soddisfazione dell’utenza e realizzare la promozione della cultura dell’autovalutazione nella scuola. Sono attivate tre strutture: il SERIS (Servizio di rilevazione di Sistema) con il compito di studiare a campione gli andamenti degli apprendimenti in determinate aree disciplinari e in alcuni livelli scolastici, l’ADAS (Archivio docimologico per l’autovalutazione delle scuole) per offrire alle scuole strumenti per la costruzione di prove di profitto, l’ONES (Osservatorio Nazionale sugli Esami di Stato) per monitorare l’attuazione della riforma degli esami di stato ed assistere le commissioni d’esame nella costruzione della terza prova;
- nel 2001 il Ministro insedia il “Gruppo di lavoro per la valutazione” presso il MIUR, presieduto dal prof. Giacomo Elias, che avvia i Progetti Pilota, affidandone la gestione operativa all’INValSI, con l’obiettivo di verificare la fattibilità di quanto stabilito dall’art. 3 della legge di riforma n. 53 del 2003, ovvero la fattibilità di un accertamento annuale degli apprendimenti in italiano, matematica e scienze di tutta la popolazione studentesca all’inizio dei cicli biennali. In questo contesto vengono attuati tre Progetti Pilota di valutazione (2001, 2002, 2003), a partecipazione volontaria, che coinvolgono complessivamente circa 2.800.000 allievi della scuola elementare, della scuola media e della scuola superiore.
- nel novembre 2004 il riordino attribuisce al nuovo INVALSI la gestione del Servizio nazionale di valutazione (SNV), in collaborazione con le istituzioni scolastiche e formative e con le Regioni, le Province e i Comuni e rende possibili sistematici accertamenti degli apprendimenti di tutti gli studenti all’inizio dei cicli biennali, affida il compito di preparare e gestire le prove nazionali degli esami di stato alla fine dei cicli primario e secondario.
- Con la legge 176/2007 , a decorrere dall'anno scolastico 2007-2008, il Ministro della pubblica istruzione fissa, con direttiva annuale, gli obiettivi della valutazione esterna condotta dal Servizio nazionale di valutazione in relazione al sistema scolastico e ai livelli di apprendimento degli studenti, per effettuare verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti, di norma, alla classe seconda e quinta della scuola primaria, alla prima e terza classe della scuola secondaria di I grado e alla seconda e quinta classe del secondo ciclo, nonchè altre rilevazioni necessarie per la valutazione del valore aggiunto realizzato dalle scuole.
I sistemi di valutazione in Europa
Un quadro comparativo del sistema di valutazione italiano e dei sistemi europei è stato pubblicato dall'IRRE Lombardia. Costante è la presenza italiana nelle comparazioni internazionali promosse dall’associazione IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievemente), dall’OCSE-PISA (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – Programme for International Student Assessment) e dall’UE. [Organismi di valutazione]
Autonomia, rendicontazione, ricerca
L'autonomia scolastica (D.P.R. n. 275/99 - Regolamento di Autonomia), all'interno del più generale processo di riforma e razionalizzazione delle pubbliche amministrazioni ha fissato una precisa responsabilità in capo a ciascun Istituto nel raggiungere a livello locale (attraverso il curricolo di Istituto) gli obiettivi di apprendimento stabiliti a livello generale (art. 8), prevedendo "rilevazioni periodiche" ministeriali (art. 10), utili anche per l'obbligatoria" ricerca didattica e valutativa" (art. 6), prerogativa essenziale della credibilità professionale ed istituzionale dei soggetti responsabili di un servizio scolastico pubblico fondato sull'Autonomia.
La verifica nazionale periodica sugli apprendimenti degli alunni si impone quindi a garanzia dei diritti dei cittadini in quanto la logica curricolare supera la previgente scuola dei programmi: la concreta definizione dei curricoli avviene a livello di Istituto e di conseguenza il sistema nel suo complesso deve dotarsi degli strumenti necessari per impedire che il mancato raggiungi mento degli obiettivi di apprendimento abbia luogo al di fuori di ogni conoscenza e controllo. La scuola dell' Autonomia pretende strumenti di verifica esterni a garanzia del diritto allo studio sancito dalla Costituzione, anche in nome di una relazione biunivoca che lega indissolubilmente il curricolo alla valutazione in una logica di rendicontazione non più eludibile: il Parlamento, il Governo e la comunità sociale nelle sue diverse dimensioni territoriali hanno infatti il diritto di conoscere l'andamento degli apprendimenti degli studenti, parametrati su standard di carattere nazionale espressi dalle prove concretamente somministrate e frutto di investimenti collettivi di carattere sociale, culturale e materiale.
La valutazione degli apprendimenti, con particolare riferimento alla sua valenza formativa nel corso dell' anno scolastico ed anche al momento degli scrutini finali che sanciscono l'ammissione o meno alla classe successiva, è rimasta di competenza degli insegnanti. Le rilevazioni dell'INVALSI attengono alla fondamentale esigenza di disporre di esiti di riferimento generale utili per fondare la riflessività richiesta a docenti e scuole su dati scientificamente fondati.
Le funzioni fondamentali delle verifiche nazionali sulle conoscenze e sulle abilità degli alunni hanno quindi un carattere di garanzia, un valore di riferimento e costituiscono un insostituibile strumento di ricerca, in relazione al funzionamento degli Istituti autonomi, al lavoro dei docenti ed agli individuali percorsi di apprendimento degli alunni.
Le rilevazioni INVALSI
A partire dall'a. s. 2004-05, sulla spinta delle previsioni contenute nelle Indicazioni Nazionali per il I Ciclo allegate al D.Lgs. n. 59/04, hanno luogo nelle scuole italiane rilevazioni relative agli apprendimenti degli alunni, predisposte dall'INVALSI sulla base di annuali direttive ministeriali. Inizialmente si sono previste prove riferite all'Italiano, alla Matematica ed alle Scienze (fino all'a.s. 2007-08 compreso), coinvolgendo nei primi anni le classi II e IV della Scuola Primaria, le classi I della Scuola Secondaria di I grado (le II solo per 1'a.s. 2006-07) ed anche le classi I e III nell'Istruzione secondaria superiore. Si alternano obbligatorietà e facoltatività delle prove, passando da una somministrazione censuaria (tutte le classi italiane dei livelli stabiliti) ad una a campione, con rilevatori esterni.
Durante l'a.s. 2007-08 viene emanata la Legge n.176/07 che fissa alcuni punti fermi del Sistema Nazionale di Valutazione: il Ministro deve individuare con direttiva annuale gli obiettivi della valutazione esterna condotta dal Servizio Nazionale di Valutazione in relazione al sistema scolastico e ai livelli di apprendimento degli studenti; vanno poi effettuate "verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti, di norma alla classe II e V della Scuola Primaria, alle classi I e III della Scuola Secondaria di primo grado ed alle classi II e V del secondo Ciclo, nonché altre ri¬levazioni necessarie per la valutazione del valore aggiunto realizzato dalle scuole" (art.1, c.5).
La stessa legge riscrive l'art.11 del D.Lgs. n. 59/04, introducendo in sede di Esame di Stato conclusivo del I Ciclo una prova scritta nazionale "volta a verificare i livelli generali e specifici di apprendimento"; "i testi relativi alla suddetta prova sono scelti dal Ministro tra quelli predisposti attualmente dall'INVALSI congiuntamente alla direttiva periodicamente emanata dal Ministro stesso".
Nonostante le precisazioni normative segue ancora qualche incertezza (ad esempio nell' a.s. 2008-09 non hanno luogo le prove per le classi I della Scuola Secondaria di primo grado), ma viene generalizzata una somministrazione riservata all'Italiano ed alla Matematica ed a partire dall'a.s. 2009-10 si viene a consolidare una rilevazione censuaria in tutte le classi previste nel I Ciclo, estesa dall' a.s. 2010-11 alle classi II dell'Istruzione superiore. Nel permanere dell'individuazione di alcune classi" campione" (per validarne svolgimento ed esiti tramite osservatori esterni, utili per formalizzare con sicurezza le "medie nazionali"), tutti i docenti italiani (e le Segreterie) si trovano finalmente coinvolti in un' operazione indispensabile e particolarmente complessa. Va inoltre rilevato che sono ora disponibili gli esiti relativi a tutti gli Istituti italiani del I Ciclo, riferiti a tutte le classi previste dalla normativa, in relazione agli ultimi due anni scolastici (2009-10 e 2010-11).
Per una politica ed un'organizzazione di Istituto
Al di là delle responsabilità formali del dirigente scolastico evidenziate dalla lettera inviata ogni anno ai dirigenti con allegato tecnico e al di là delle valutazioni giuridiche sulla obbligatorietà o meno (cfr il contributo dell'avv. Paolucci e la risposta CISL) è necessario che ciascun dirigente scolastico inquadri la questione INVALSI in un articolato quadro d'assieme caratterizzato da vincoli, risorse, molteplici interconnessioni ed ampie potenzialità.
L'implementazione della valutazione INVALSI coinvolge inevitabilmente l'aspetto organizzativo, conoscitivo e facilitatore dell’uso per la didattica.
Si tratta di attivare un processo nel quale le strategie di costruzione del consenso, 1'organizzazione della circolazione delle informazioni e del confronto, la strutturazione di un piano decisionale ed operativo scandito nel tempo si vengono costantemente ad interconnettere sotto la guida del dirigente scolastico.
L'elaborazione di una politica di Istituto richiede il coinvolgimento dei docenti, un parallelo coinvolgimento del Consiglio di Istituto, dove sono rappresentate tutte le diverse componenti, della RSU ed una crescente condivisione su alcune finalità generali, caratterizzata da azioni concrete che, attraverso progressive tappe di verifica e di rielaborazione, possano gradualmente condurre al perseguimento diffuso di obiettivi ancor più specifici. Gli organi collegiali sono responsabili delle decisioni che attengono alla sfera di autonomia dell'Istituto: compete ad essi, infatti, pronunciarsi su tutti i punti del piano organizzativo, fatta eccezione per 1'obbligatorietà dello svolgimento delle rilevazioni nazionali.
Al dirigente spetta attivare detto processo e curare 1'adesione ad esso di una crescente parte della comunità scolastica prefigurando le tappe di uno sviluppo globale a lungo termine con tutte le implicazioni connesse:
• necessaria diffusione della conoscenza della struttura delle prove INVALSI: quadro giuridico, finalità di governo del sistema, finalità didattiche, quadri di riferimento disciplinari e di coinvolgimento dell'utenza, fascicoli delle prove già effettuate, analisi dei risultati elaborate a diversi livelli, etc. (da differenziare eventualmente tra utenza e corpo professionale);
• significatività per l'Istituto: esse forniscono parziali elementi utili per la didattica nella loro strutturazione - e per l'autovalutazione - nei loro esiti -, con una particolare rilevanza del "differenziale" emergente nel tempo per lo stesso gruppo classe (Il - V Primaria, I - III Secondaria l°gr., in futuro II - V 2°gr.);
• necessaria elaborazione di decisioni da parte del Collegio dei Docenti che vincolino tutti gli insegnanti allo stesso modo circa lo svolgimento delle prove: somministrazione, tabulazione, eventuale correzione con gli alunni, implicazioni valutative di carattere individuale, etc ... ;
• elaborazione di decisioni da parte del Collegio dei Docenti sull'utilizzo professionale degli esiti collettivi delle prove forniti periodicamente dall'INVALSI: analisi a livello di classe, dipartimento, ordine di scuola, reimpostazione programmazioni di classe e/o del curricolo di Istituto, etc ... ;
• necessaria elaborazione di decisioni condivise tra Consiglio di Istituto e Collegio dei Docenti sulla diffusione degli esiti (da differenziare tra utenza e docenti, e, all'interno di quest'ultima categoria, con la possibile distinzione tra docenti della singola classe e generalità degli insegnanti).
Prospettive future
- Oltre alle misurazioni sincroniche è necessario fornire misurazioni diacroniche e longitudinali capaci di fornire informazioni di andamento temporale dei risultati raggiunti da ciascuna istituzione. Solo così la scuola potrà valutare le azioni intraprese nella loro autonomia didattica ed organizzativa,
- Occorrerebbe restituire informazioni di valore aggiunto, ossia scorporare le condizioni di ingresso e di provenienza socio- economica rispetto ai risultati conseguito da ogni scuola.
- Già in diversi paesi europei gli esiti delle prove nazionali sono puntualmente comunicati alle famiglie degli alunni e costituiscono integrazione del sistema valutativo-certificativo, del tutto indipendente dagli esiti dell'anno scolastico in termini di votazioni ottenute ed ammissione/non ammissione alla classe successiva.
Criticità
La verifica e la valutazione dell'efficacia e dell'efficienza di qualsiasi attività o servizio rappresentano oggi una esigenza improcrastinabile, in linea con la riforma della pubblica amministrazione e con il concetto emergente di rendicontazione sociale. Tuttavia nel caso delle prove INVALSI non mancano dubbi e perplessità, a cominciare dalla scelta politica di utilizzare non un servizio esterno indipendente (come nel caso della Gran Bretagna), ma un servizio interno e in organico con il MIUR. Nonostante si tratti di un servizio interno, è percepito come estraneo dagli addetti ai lavori: il coinvolgimento dei docenti (e dei dirigenti) appare essenziale per la futura riuscita di una sperimentazione valutativa.
I punti critici nell'applicazione delle prove INVALSI sono diversi: dall'atavica diffidenza dei docenti verso forme di controllo, alle difficoltà organizzative sul piano dei nuovi compiti professionali che si richiedono, alle perplessità sull'organizzazione della somministrazione, alla privacy legata alle informazioni di contesto e alla somministrazione ad alunni con BES, alla validità di prove limitate a segmenti formativi troppo specifici, alla confusione tra la valutazione delle prove e il ruolo svolto dalle commissioni di esame di stato, ai dubbi sulla coerenza tra prove nazionali e personalizzazione.
L'insegnamento richiede feedback e controlli sistematici che, tuttavia, conservano un valore strumentale rispetto agli apprendimenti e all'acquisizione di conoscenze e competenze. Ciò nonostante, il ricorso a strumenti di valutazione costituisce un processo ineludibile, che con sempre maggior fermezza ci viene richiesto anche dagli organismi sovranazionali. Le prove INVALSI costituiscono uno degli strumenti fondamentali per consentire al sistema di autoregolarsi ed implicano un serio impegno per docenti e scuole nella ricerca valutativa e didattica, richiesta sin dal Regolamento di Autonomia del 1999, che, tra l'altro, già prevedeva "rilevazioni periodiche" ministeriali. Il problema è quindi non enfatizzare eccessivamente le prove INVALSI inducendo una mentalità addestrativa, ma essere consapevoli della complessità della relazione educativa, complessità che va comunque valutata e non può rimanere un atto "insondabile".
- Le prove hanno come obiettivo dichiarato la cosiddetta valutazione di sistema per offrire dati e indicazioni ai decisori politici e istituzinali; non sono previste altre finalità. Incoerente con la finalità della semplice indagine sulla qualità del sistema d'istruzione è, però, la forma censuaria delle rilevazioni giacché sarebbe sufficiente quella campionaria; si è indotti pertanto a supporre che si stia perfezionando uno strumento da usare eventualmente in futuro anche per graduare e classificare le istituzioni scolastiche. Il carattere universale delle rilevazioni viene giustificato con l'intento di fornire a tutte le scuole utili informazioni sugli esiti dei processi di insegnamento e degli apprendimenti, per "promuovere in modo mirato le azioni di miglioramento della didattica".
- Non esistono dubbi sulla legittimità delle rilevazioni dell'Invalsi, a cui il decreto legislativo 286/04 ha attribuito il compito di effettuare "verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti" finalizzate al "progressivo miglioramento e armonizzazione della qualità del sistema d'istruzione"; nel momento in cui, però, si determina il reclutamento coatto dei docenti come somministratori dei test, i dirigenti rischiano dei contenziosi in cui è elevato il rischio di soccombere. Nella nota n. 6830 del 18.10.2011 si precisa che "gli impegni connessi allo svolgimento delle rilevazioni dovranno trovare adeguato spazio di programmazione nell'ambito del piano annuale delle attività, predisposto dal dirigente scolastico e deliberato dal collegio dei docenti ai sensi dell'art 28, comma 4, del vigente CCNL.". E' comunque necessario il passaggio nella contrattazione d'istituto ed esistono dubbi sulla imposizione di compiti estranei a quelli previsti dal CCNL. Secondo il Tribunale di Trieste (29/08/2012) non solo il Collegio docento non ha alcuna discrezionalità sulla somministrazione delle prove, ma "l'attività di somministrazione e correzione delle prove Invalsi ben può farsi rientrare tra le attività previste dall'art. 29 del CCNL vigente per il corpo docente, essendo l'attività relativa alla loro correzione inquadrabile come attività funzionale all'insegnamento (nella prospettiva del miglioramento degli standards del sistema scolastico cui dette rilevazioni mirano), ovvero, con riferimento alla fase di somministrazione in orario di ordinaria attività di servizio, attività di vigilanza sugli studenti, del pari doverosa ex art. 29, co. 5, CCNL".
- La compilazione della scheda-notizie e del questionario-studente potrebbe essere in forma del tutto anonima, evitando i dubbi sull'eccedenza di informazioni. Ulteriori problemi di "inclusione" sono rappresentati da come far partecipare alle prove gli alunni con bisogni educativi speciali, praticamente da escludere o da "far accomodare"... in aule separate, tranne che se non creano problemi alla... corretta somministrazione.
- L'impianto della rilevazione poggia sul concetto di competenza definita nel Quadro europeo delle qualifiche del 2008 come "comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio" e si sovrappone alla certificazione delle competenze: quest'ultima è l'esito di un processo diacronico in cui vengono monitorati e interpretati dai docenti, insieme alle capacità, gli interessi, le attitudini, gli stili di apprendimento, i metodi di studio, gli aspetti metacognitivi.
- Le prove standardizzate presentano dei limiti: possono accertare basilari capacità grammaticali, sintattiche o di calcolo, ma nel momento in cui si pretende di misurare competenze più complesse si rivelano inadeguati perché non è facile costruire modelli per standardizzare e misurare i processi mentali, per loro natura imprevedibili. Le teorie del pensiero divergente e laterale e delle intelligenze multiple sono a questo proposito eloquenti
- Nei paesi anglosassoni si denuncia il fenomeno del "teaching to the test" che indica una grave distorsione nel comportamento dei docenti inevitabilmente tentati di finalizzare l'insegnamento al puro addestramento degli allievi ad affrontare con successo le prove oggettive: ne è una prova la diffusione di manuali ed eserciziari pensati per i test Invalsi.
- L'introduzione della prova nazionale in sede di Esame di Stato è apparsa come un intervento normativo improprio che ha inserito in una logica di sistema un elemento con una formale rilevanza per il singolo studente. Si è venuta così a porre la delicata questione di utilizzare gli esiti di una stessa prova a due fini diversi: da un lato offrire al sistema generale i dati di misurazione richiesti (le risposte fornite dagli studenti), dall'altro attribuire agli stessi esiti, un valore di contesto (il voto individuale per la prova d'Esame). Le disposizioni succedutesi negli anni a riguardo hanno invece determinato gradualmente il venir meno di ogni distinzione tra i due significati della prova e di fatto le Commissioni d'Esamevedono ridurree la propria responsabilità valutativa.Dal 2011 misurazione e valutazione appoiono non ben distinti in sede di esame di stato (Direttiva annuale per l'INVALSI n. 67/10 e la Circolare specifica per lo svolgimento dell'Esame n. 46/11).
Presidenti INVALSI
dal 1979 al 1991 il prof. Aldo Visalberghi
dal 1991 al 1996 il prof. Umberto Margiotta
dal 1997 al 2001 il prof. Benedetto Vertecchi
dal 2002 al 2004 il dott. Giovanni Trainito
dal 2005 al 2008 il prof. Giacomo Elias
dal 2008 al 2011 il prof. Cipollone
dal 2011 Commissario Straordinario dr. Paolo Sestito
Normativa di riferimento e risorse on line
sito INVALSI
statuto INVALSI
organigramma INVALSI
rilevazioni INVALSI
Come si costruiscono le prove
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