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Didattica e sicurezza

La scuola viene indicata come luogo privilegiato per la promozione della cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
L'art. 11 del TUS (Testo Unico Sicurezza dlg. 81/08), prevede l'«inserimento in ogni attività scolastica ... di specifici percorsi formativi interdisciplinari alle diverse materie scolastiche volti a favorire la conoscenza delle tematiche della salute e della sicurezza nel rispetto delle autonomie scolastiche». Per la realizzazione di tali attività sono previsti finanziamenti ministeriali che potranno essere integrati con «risorse disponibili degli istituti».

Il tema della sicurezza è stato sempre presente nel curricolo come aspetto dell'educazione civica e degli studi sociali.

Negli anni '80 è stato spesso associato all'esigenza della salvaguardia ambientale, della vivibilità degli ambienti e in generale all'ecologia.

Man mano il concetto di sicurezza è passato da una accezione negativa (=assenza o limitazione dei rischi) ad una positiva come benessere (=star bene con se stesso e con gli altri).

Gli ultimi programmi della scuola materna, elementare e media, sulla spinta di teorie cognitiviste ed ecologiche, hanno posto l'accento sulla organizzazione dell'ambiente di apprendimento non solo dal punto di vista cognitivo ma anche relazionale ed emotivo, in continuità orizzontale con le famiglie e con l'ambiente sociale e in continuità verticale tra i vari ordini di scuola.

Da queste problematiche, messe in relazione con aspetti emergenti del disagio giovanile, si è sviluppata l'educazione alla salute. Il progetto di educazione alla salute (DPCM 07/06/95 e 463/98) ha posto il benessere personale come aspetto essenziale del percorso formativo e trasversale alle discipline.

Con la fase applicativa della 626/94 e con la sempre crescente importanza data alla protezione civile si torna a parlare anche nella scuola di protezione e prevenzione. L'obiettivo è quello di contribuire a creare la cultura della sicurezza e della prevenzione dentro e fuori la scuola, per l'oggi e per il domani.

A livello nazionale è stato realizzato il Progetto Scuola Sicura, con molte indicazioni utili per i docenti.

RIFERIMENTI NORMATIVI SPECIFICI

Sull'introduzione di percorsi curricolari che sviluppino opportunamente il tema della sicurezza sul lavoro possiamo far riferimento alla seguente normativa:

C. M. n. 69 del 23/2/98 protocollo per l'inserimento della P.C. nelle attività di insegnamento

C. M. n. 356 del 10/8/98 inserimento della P.C. nelle attività didattiche della scuola dell'obbligo

C. M. n. 122 del 9/4/2000,

"Carta 2000" sicurezza sul lavoro

Dlgs 59/04 "Definizione delle norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione, a norma dell'articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n. 53" afferma il carattere inter e transdisciplinare dell'educazione alla Convivenza civile

DALLA GESTIONE DELLA SICUREZZA ALLA PREVENZIONE

La gestione della sicurezza nelle scuole accentua spesso il complesso aspetto tecnico-gestionale dando meno importanza alla ricaduta didattica di tipo out-come. Compito della scuola dicenta quello di attivare strategie di prevenzione che vadano oltre gli adempimenti tecnici.
La prevenzione, allora, diventa il momento più importante e molto può fare la scuola per formare cittadini che abbiano acquisito le necessarie capacità operative per gestire e superare -nei limiti imposti dalla condizione umana- una situazione di crisi, indipendentemente da ciò che l'ha provocata.

Se in emergenza sono importanti i comportamenti attivati, bisogna ricordare che in fase di prevenzione sono ancor più importanti gli "atteggiamenti". L'atteggiamento è la disposizione a produrre determinate risposte simboliche apprese dall'ambiente familiare e sociale in riferimento a oggetti, situazioni, persone o gruppi ed esprime -quindi- ciò che l'individuo è disposto a fare.

mappa

Il tema della sicurezza nella scuola non può limitarsi in una generica informazione né in una semplice effettuazione delle due prove di evacuazione, ma deve rientrare a pieno titolo nel POF prevedendo un percorso formativo integrato ed articolato (come auspicato dalla cm 122/00). In particolare
* dovrebbe essere compreso nel discorso più generale della prevenzione;
* dovrebbe essere integrato con l'educazione stradale, l'educazione alla legalità, l'educazione ambientale, la navigazione sicura in rete, ecc.;
* dovrebbe avere una stretta connessione con percorsi formativi curricolari e con più attività trasversali (attività motorie, drammatizzazione, attività grafico-pittoriche, giornalini, comunicazioni multimediali e telematiche, ecc.);
* dovrebbe essere contestualizzato verso le problematiche locali e verso le attività e gli ambienti più direttamente frequentati dai ragazzi (strada, sala gioco, impianti sportivi, uso di biciclette, motorini, ecc.);
* dovrebbe far riferimento a strutture territoriali (vigili, carabinieri, vigili del fuoco, protezione civile, ecc.);
* dovrebbe favorire i processi piuttosto che i prodotti;
* dovrebbe coinvolgere le famiglie.

CAMPI OPERATIVI (COGNITIVI - EMOTIVI - SOCIALI)

Alla scuola il compito di attivare percorsi educativo/didattici che:

  • ricostruiscano una "memoria del vissuto" in riferimento alle situazioni di calamità e disastri passati e raccontino come sono stati affrontati, perché un evento non esiste finché non è conosciuto;
  • prevedano un lavoro sul controllo della paura, perché le emozioni si identificano con l'azione dell'individuo sul mondo esterno;
    sperimentino modalità comunicative diverse, perché in emergenza la comunicazione è strategica per la messa in atto di comportamenti adattivi e atteggiamenti di accettazione dell'evento;
  • portino alla "scoperta" dei pericoli più significativi dell'ambiente di vita dei bambini e forniscano conoscenze essenziali, ricordando che le azioni dell'uomo sono guidate dalle sue conoscenze;
  • raccontino un'emergenza nelle sue dimensioni spaziali e temporali; facciano provare comportamenti adatti e non adatti di risposta, perché è importante sperimentare anche l'errore;
  • predispongano simulazioni di emergenza; prevedano prove pratiche con gli operatori del settore -se possibile- anche extrascolastiche, perché è fondamentale poter trasferire e utilizzare gli apprendimenti scolastici in altri contesti.

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